Qualche settimana fa #agendacreativa ha affrontato l’argomento del crowdfunding come forma di mecenatismo 2.0.

A proposito di mecenatismo in ambito culturale, in Italia esiste una legge, la n. 106 del 29/07/2014, che riprende proprio tale concetto, introducendo il cosiddetto Art Bonus. Quest’ultimo, in breve, prevede un credito d’imposta, pari al 65 % dell’importo donato, per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo: un connubio tra pubblico e privato a sostegno del patrimonio culturale nazionale e della sua valorizzazione.

Il Parco Archeologico di Selinunte (Trapani) è diventato alle cronache un esempio dell’interazione tra pubblico e privato che il mecenatismo dell’Art Bonus sostiene. Un accordo stipulato tra il dipartimento dei Beni culturali e dell’identità siciliana, il Parco e l’azienda vinicola Settesoli prevede la sponsorizzazione del nuovo sistema di illuminazione delle mura difensive dell’acropoli per un importo totale di 20.000 euro, nonchè una campagna di fundraising per la conservazione e la fruizione di uno dei templi più importanti del sito. Per ogni bottiglia di vino Settesoli venduta, 10 centesimi andranno a favore del Parco, senza togliere comunque la possibilità al consumatore di procedere ad un’erogazione liberale con il credito d’imposta al 65 % così come previsto dall’Art Bonus.

Il MIBACT (Ministero Beni Attività Culturali e Turismo) ha predisposto un sito web dedicato esclusivamente all’Art Bonus, strutturato molto bene, in modo semplice e intuitivo. Attraverso il sito ci si può iscrivere come mecenati (e quindi di avviare la procedura di finanziamento di un progetto) oppure come soggetti beneficiari che propongono un progetto da sostenere economicamente.

L’erogazione del sostegno può essere di tre tipologie: 1. interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici; 2. sostegno a istituti e luoghi della cultura pubblici, fondazioni lirico sinfoniche, teatri di tradizione; 3. realizzazione, restauro e potenziamento di strutture di enti e istituzioni pubbliche dello spettacolo. Il tratto distintivo sembra essere la trasparenza: da mecenate puoi decidere di rendere pubblica l’entità della tua donazione (qui c’è l’elenco dei mecenati), così come vengono rese pubbliche le erogazioni liberali ricevute da parte di un soggetto beneficiario (qui un progetto scelto a caso dal sito, dove si registrano le donazioni effettuate).

Il MIBACT la definisce una “chiamata alle arti”: l’Art Bonus come espediente per responsabilizzare la comunità, affinchè “il patrimonio artistico-culturale viva anche dentro di noi”. Ciò che dovrebbe spingere al mecenatismo non è solo la leva del vantaggio fiscale: l’intento del MIBACT è quello di promuovere una “motivazione, anche educativa, più profonda e ampia”, sostenuta da sentimenti di “appartenenza, orgoglio e cura”.

Una tendenza, quella del mecenatismo culturale dei privati a favore del patrimonio pubblico, che all’estero è già ampiamente diffusa e consolidata, tra i paesi anglosassoni per esempio. L’Art Bonus va sicuramente in questa direzione e forse servirà ancora qualche tempo per poterne misurare gli effetti sostanziali. Nel frattempo si diffondono sul territorio nazionale le iniziative volte a far conoscere questo dispositivo, da parte di amministrazioni pubbliche e istituzioni culturali. Per chi fosse interessato, può seguire gli aggiornamenti su questa pagina Facebook.